dal blog di Massimo Marini
Inizia lunedì 1 marzo la primavera antirazzista, l'iniziativa promossa in parallelo con Francia, Spagna e Grecia per far conoscere ai cittadini, il peso reale e l'importanza della presenza degli "stranieri" nel tessuto economico e sociale moderno. Se avete intenzione di partecipare, mandate un messaggio al numero giallo di adesione 320.204.35.14. Manifestazioni e iniziative sono previste anche a Cagliari. Tanto per farsi un'idea dell'incidenza sull'economia italiana degli stranieri, riporto uno stralcio dell'intervista che Vladimiro Polchi ha fatto al responsabile immigrazione della CGIL Pietro Soldini su Repubblica: "Il primo settore ad arrestarsi sarebbe quello delle costruzioni. Soprattutto nelle grandi città, dove la manodopera straniera raggiunge punte del 50%. I cantieri si fermerebbero di colpo. Poi toccherebbe all'industria manifatturiera: tessile, metalmeccanica, alimentare. Nelle fabbriche, infatti, i migranti svolgono ruoli chiave e sono difficilmente sostituibili. Un esempio? Gli addetti ai forni a ciclo continuo delle aziende di ceramica. Dopo l'industria entrerebbe in crisi l'agricoltura: la raccolta è in mano a immigrati stagionali e irregolari. Resterebbero vuoti i mercati ortofrutticoli. Poi sarebbe la volta delle aziende zootecniche: nella macellazione degli animali gli stranieri superano il 50% della forza lavoro. E ancora: nelle grandi città dovrebbero chiudere molti ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatenerebbe il panico e un crollo della qualità della vita, per la scomparsa di badanti, colf e babysitter. Infine, ne risentirebbe la sanità: quella privata, dove lavorano quasi centomila infermieri stranieri e quella pubblica, che si avvale del loro lavoro tramite cooperative e piccole società di servizi".
lunedì 1 marzo 2010
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