giovedì 4 febbraio 2010

Gli emendamenti allo Statuto del PD Sardo, elaborati dalla Rete dei Circoli

1) Preambolo:
Il Partito Democratico della Sardegna valorizza l’autonomia e investe sulla specificità Regionale, è federato con il Partito Democratico Italiano.
Il Partito Democratico della Sardegna riconosce come principio fondante del nuovo partito la democrazia paritaria, espressione di una realtà in cui le donne sono chiamate a concorrere come e con gli uomini alla costruzione della società e al rinnovamento della politica; il nuovo Partito si ispira e applica in modo rigoroso il principio paritario nelle regole di composizione di tutti gli organi e nelle occasioni elettorali.
Il Partito Democratico della Sardegna assume le primarie come metodo e strumento di partecipazione democratica e di selezione della classe politica nel partito e nelle istituzioni.

2) Lo Statuto
Lo Statuto è il cuore del Partito Democratico, la carta fondamentale che motiverà ogni azione del Partito. E’ pertanto essenziale che esso sia, oltre che completo ed esaustivo, comprensibile a tutti coloro che lo vorranno leggere e utilizzare, così da guadagnare la dignità costituzionale che riteniamo che esso debba avere.
Pertanto chiediamo che il suo contenuto venga steso con linguaggio chiaro e forma semplificata. Per ottenere una forma chiara e facilmente comprensibile, riteniamo opportuno evitare ogni richiamo ad articoli o Statuti.
Auspichiamo, inoltre, che lo Statuto venga votato e approvato a larga maggioranza e non a maggioranza semplice

3) Regolamentazione delle primarie
Le Primarie hanno caratterizzato l’alternativa offerta dal nostro Partito e devono continuare a contraddistinguerlo nel presente e nel futuro.
Chiediamo che le Primarie vengano regolamentate dall’art. 18 dello Statuto Nazionale*.

Le posizioni sono risultate discordanti sull’opportunità di ridurre a due il numero dei candidati selezionati per le primarie dei segretari.

4) Doparie consultive (sostituisce il referendum ma NON le petizioni)
Le doparie rappresentano la naturale prosecuzione della filosofia inclusiva e partecipativa che il Partito Democratico Sardo ha deciso di perseguire con lo strumento delle primarie. Con le doparie l’elettore viene coinvolto, sia dal lato consultivo che da quello propositivo, nell’elaborazione politica e nella scelta dei progetti che il Partito Democratico Sardo intende sviluppare.
1. Le doparie consultive vengono indette su richiesta del Segretario regionale o del 30% dell’Assemblea regionale, ovvero da un numero di elettori pari al 3% degli iscritti al Partito Democratico Sardo, purché almeno il 10% dei richiedenti sia tesserato al Partito Democratico. Le doparie vengono indette allo scopo di ottenere un pronunciamento su di un tema specifico che deve essere elaborato e sottoposto in modo chiaro e sintetico agli elettori.
2. La proposta soggetta a doparie risulta approvata se ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi. Le doparie hanno carattere consultivo, pertanto la decisione assunta dovrà essere approvata in Assemblea, nel qual caso diventerà vincolante per il partito.
3. In caso di approvazione, il tema della doparia non può essere sottoposto a ulteriore consultazione per almeno due anni.
4. Alle doparie indette dal Partito Democratico possono partecipare – sia alle fasi propositive che a quelle di voto – gli elettori come qualificati dall’art. 2 comma 3 dello Statuto nazionale che siano già registrati nell’Albo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto o della proposizione.
5. Le norme dello Statuto non possono essere soggette a doparie.

5) Iscritti e residenza
Chiediamo che la norma che regola la partecipazione alle attività del Partito sia rivista inserendo un insieme di clausole che consentano a chi per motivi di studio, di lavoro, di domicilio chiede di poter cambiare circolo territoriale.
Riteniamo che questa riforma debba essere accompagnata anche da un’informatizzazione dell’anagrafica degli iscritti e degli elettori del Partito per una migliore gestione della partecipazione, così come indicato nel documento di Serrenti del 21/11/09.

6) Modalità di elezione degli organismi
- Le liste per l’elezione dei vari organismi (assemblee e direzioni ai vari livelli territoriali) non dovrebbero mai essere bloccate. Chiediamo pertanto che venga ristabilito il sistema delle preferenze individuali ai candidati. Per evitare che le liste si risolvano nella candidatura dei “soliti nomi” legati a calcoli preventivi, chiediamo che venga stabilito un sistema di costruzione delle liste per il quale vengano salvaguardate le candidature di giovani, donne e di persone mai candidate prima.
- Chiediamo che venga effettuata una revisione dei collegi elettorali attualmente previsti per le varie consultazioni interne al Partito perché riteniamo che la loro regolamentazione attuale penalizzi il lavoro sui territori.
- Ci opponiamo alla presenza di qualsiasi premio di maggioranza.

7) Modifica dell’art. 22 comma 2 della bozza dello Statuto
L’art. 22 comma 2 della bozza dello Statuto dice: “La direzione regionale è composta da 50 componenti eletti dall’assemblea, entro 30 giorni dal suo insediamento, con metodo proporzionale e secondo un criterio di equilibrio territoriale e da 10 componenti scelti dal segretario tra persone di rilevanza culturale, sociale e politica.”
Ci opponiamo nel caso specifico alla nomina dei “10 componenti scelti dal Segretario” e in generale a nomine arbitrarie di esponenti dirigenziali, siano esse fatte dal Segretario o dal Presidente. Riteniamo che qualsiasi nomina debba essere legata all’espressione di Iscritti e Elettori.

8) Limite dei mandati
Chiediamo che venga mantenuto il limite di due mandati per tipologia di carica (consiglio comunale, regionale, camera, senato, ecc.)

9) Caratteristiche degli organismi del Partito
Riteniamo che il numero di componenti delle Assemblee (ai vari livelli) sia troppo ampio. Pensiamo inoltre che sia paradossale avere delle Assemblee costituite da centinaia di delegati poco convocati e di Direzioni che, di fatto, sono l’organo maggiormente consultato. Chiediamo pertanto che le Assemblee siano più snelle.

10) Commissione di genere
Riteniamo che la presenza di una commissione di genere all’interno del Partito leda la dignità delle donne. Chiediamo pertanto che essa venga abolita.

11) Autonomia del Partito Democratico Sardo
Riteniamo che il principio dell’autonomia del Partito Democratico Sardo rispetto al nazionale debba essere meglio chiarita e sistematizzata.



*Articolo 18 dello Statuto nazionale.
(Elezioni primarie del Partito Democratico)
1. Per «primarie» si intendono le elezioni che hanno ad oggetto la scelta dei candidati a cariche istituzionali elettive.
2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nell’Albo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto.
3. Il Regolamento per le elezioni primarie è approvato con i voti favorevoli della maggioranza dei componenti dell’Assemblea del Partito Democratico del livello territoriale corrispondente, sulla base del Regolamento quadro per la selezione delle candidature alle cariche istituzionali approvato dall’Assemblea nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti.
4. Vengono in ogni caso selezionati con il metodo delle primarie i candidati alla carica di Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente di Regione. Qualora il Partito Democratico concorra con altri partiti alla presentazione di candidature comuni per tali cariche, valgono le norme contenute nell’articolo 20 del presente Statuto. Le modalità di selezione delle candidature per le altre cariche di livello regionale e locale vengono stabilite dagli Statuti delle Unioni regionali e delle Unioni provinciali di Trento e Bolzano.
5. La candidatura a Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente di Regione può essere avanzata con il sostegno del dieci per cento dei componenti della Assemblea del relativo livello territoriale, ovvero con un numero di sottoscrizioni pari almeno al tre per cento degli iscritti nel relativo ambito territoriale.
6. Qualora il Sindaco, il Presidente di Provincia o di Regione uscenti, al termine del primo mandato, avanzino nuovamente la loro candidatura, possono essere presentate eventuali candidature alternative se ricevono il sostegno del trenta per cento dei componenti della Assemblea del relativo livello territoriale, ovvero di un numero di sottoscrizioni pari almeno al quindici per cento degli iscritti nel relativo ambito territoriale.
7. Le primarie per la scelta dei candidati a Sindaco, Presidente di Provincia, Presidente di Regione si svolgono con il metodo della maggioranza relativa.
8. Non si svolgono le elezioni primarie nel caso in cui, nei tempi prescritti dal Regolamento, sia stata avanzata una sola candidatura alla carica oggetto di selezione.
9. La selezione delle candidature per le assemblee rappresentative avviene ad ogni livello con il metodo delle primarie ovvero, anche in relazione al sistema elettorale, con altre forme di ampia consultazione democratica. La scelta degli specifici metodi di consultazione da adottare per la selezione delle candidature a parlamentare nazionale ed europeo è effettuata con un Regolamento predisposto sulla base del Regolamento quadro di cui al precedente comma 3 ed approvato di volta in volta dal Coordinamento nazionale con il voto favorevole di almeno i tre quinti (3/5) dei componenti, previo parere della Conferenza dei Segretari regionali.

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