lunedì 16 novembre 2009

Analisi documento Bertini-Civati

di Thomas Castangia

In questi mesi sul web sono state elaborate diverse proposte per il funzionamento dei circoli del pd ed in particolare con alcuni amici abbiamo studiato la proposta Bertini-Civati, cercando di elaborare un paio di proposte e di idee da condividere nel partito. Abbiamo analizzato principalmente 4 aspetti che secondo noi costituiscono l'ossatura di un processo federale di radicamento nel territorio.

1. La redistribuzione delle competenze politiche
2. La redistribuzione delle risorse finanziarie
3. L'implementazione di un sistema di valutazione dei diversi livelli territoriali ed il legame tra valutazione e finanziamenti

4. L'implementazione del Sistema Informativoper la Partecipazione (SIPA) previsto dallo statuto.

Sistema Informativo per la Partecipazione (SIPA)


Il documento dice "Tutte le informazioni, compresi gli atti dei circoli saranno inclusi all'interno del Sistema Informativoper la Partecipazione (SIPA), gia' previsto dal partito ma mai sviluppato." ed aggiunge "Il software sviluppato attraverso Scelgo Marino costituisce il giusto prototipo e puo' esserefacilmente implementato per essere gestito a livello nazionale. Attraverso questo sistema, gli iscritti possono anche discutere eventuali mancanze del circolo, se non è possibile farlo di persona (ad esempio perché il circolo è sempre chiuso) ed eventualmente far arrivare la segnalazione ai livelli superiori." Il sistema del SIPA è uno degli assi portanti della futura strutturazione in rete del PD, risulta infatti utilissimo avere per un partito che si definisce luogo aperto e di discussione, uno strumento che consenta di condividere le buone pratiche dei circoli, che consenta lo scambio di idee ed iniziative avendo un approccio "Open Source" rispetto ai documenti, alle iniziative, alle pratiche messe in atto dalle diverse realtà territoriali. Bisognerebbe in tempo breve mettere su un SW anche con funzionalità ridotte che inizi ad implementare l'dea salvo poi procedere con un approccio incrementale, in questa ottica il sistema Scelgo Marino appare forse fin troppo ricco, anche se i suoi strumenti sono ottimi esempi di funzionalità. Positiva anche la sua scalabilità nei vari livelli e le personalizzazioni che consente. Altro strumento ottimo che di recente è stato messo in campo è il Social Network Facedem che andrebbe sfruttato a pieno. Urgente anche in assenza di uno strumento nazionale lo sviluppo di un SIPA regionale che potrebbe fare da esempio per l'iniziativa nazionale.

Sistema di valutazione

Il documento dice "Si stabilisca un numero minimo di eventi e progetti da portare avanti annualmente, in modo proporzionale al numero di iscritti al circolo (per adesso la chiamo «quota»). Se il circolo non e' in grado di raggiungere la propria quota, lo stesso circolo ricevera' un warning il primo anno, successivamente i finanziamenti saranno ridotti ad una quota piu' bassa, fino al commissariamento atto a indire nuove elezioni nel coordinamento fino alla possibile chiusura del circolo. E' imporante stabilire dei criteri minini per definire un circolo «funzionante»." Considerando essenziale la definizione di critiri per la definizione della qualità di funzionamento di un circolo, si evidenziano comunque difficolta nella definizione dei KPI (Key Performance Indicators) di un circolo. Questi dovrebbero valutare la quantita di lavoro svolto, la qualita dell'output di processo e infine i tempi di risposta. Tutto questo rende fondamentale un processo di (BSC) balanced score card che rischia di diventare utopistico se non è semplificato. La proposta potrebbe essere quella di individuare un insieme di parametri base su cui studiare sperimentalmente la valutazione, incrementale a seconda dei livelli e da rendere operativa dopo il testing. Alcuni di questi parametri potrebbero essere il tasso di fideizzazione degli iscritti, il numero di iniziative proporzionalmente al numero di iscrizioni, il tasso ti ricambio tra iscritti, il rapporto tra denaro speso e forza che nel tempo acquisisce il partito. I parametri andrebbero poi nel tempo rivisti ed aggiornati.

Redistribuzione delle competenze politiche

Il documento sostiene che "i circoli devono essere dotati di autonomia di azione politica per competenza (territoriale o ambientale). Gli organismi dirigenti locali e nazionali non devono sovrapporsi alle iniziative prese all'interno di questi limiti, ma in un sistema democratico di confronto e di concertazione, individuare le azioni più opportune da porre in essere per il raggiungimento del risultato politico prefissato." ed aggiunge che "Il funzionamento del partito deve essere garantito da un linea politica nazionale che viene interpretata ai vari livelli su base di competenza." Appare fragile il termine interpretare, le linee politiche locali dei circoli devono essere coerenti con quelle espresse a livello provinciale (per i temi provinciali), a livello regionale (per i temi regionali), a livello nazionale (per i temi nazionali). Il problema è che nessuno si è preso la briga di definire le assegnazioni dei temi ai vari livelli. Non serve in un partito avere sovrapposizioni e un discorso federale non può prescindere dalla definizione dei temi di competenza. Una prima proposta potrebbe essere quella di stabilire che i livelli di competenza siano legati ai temi trattati... Es la sanità è di competenza regionale allora il tema stesso e le linee politiche sono dettate da questo livello. Questo non presuppone che livello provinciale o di circolo non trattino il tema ma che su quel tema debbano rispettare le linee guida del livello competente.

Redistribuzione delle risorse finanziarie

La parte relativa alle risorse finanziarie è sicuramente la più complessa. Il documento si pone come obbiettivoquello di rendere " i circoli autosufficienti da un punto di vista economico" e propone l’utilizzo - oltre che di parte dei proventi giunti dal tesseramento degli iscritti - di parti proporzionali dei rimborsi elettorali (tetto al 50 %) e del contributo degli eletti. In realtà le fonti di finanziamento sono lasciando da parte ricavi vari da eventi / merchandising e lasciti / liberalità, Principalmente tre: tesseramento; rimborsi elettorali ex-legge 3 ; contributi degli eletti. In realtà i fondi andrebbero ripartiti tra 4 livelli circolo, provinciale, regionale, nazionale
Fissare il tetto al 50% dei rimborsi elettorali appare proibitivo, in realta sarebbe bene stabilire per ogni voce una ripartizione cercando un equilibrio generale. Le sottoscrizioni essendo il frutto diretto della capacità di attrazione di iscritti da parte dei circoli dovrebbero essere la loro maggiore fonte di reddito. Una parte pari al 20% potrebbe invece essere trasferito al provinciale. I rimborsi elettorali sono di fonte nazionale e regionale rappresentando la parte più cospicua e vengono al momento ripartiti nei livelli di competenza. Si potrebbe pensare di ripartire cosi nel tesseramento il 70% sul livello di competenza ed a scalare il 20% a quello sottostante ed il 10% a scendere. Sulla terza fonte per ora il funzionamento è il seguente: i contributi degli eletti, forzati o volontari (ma non le vere e proprie liberalità degli eletti) devono andare a beneficiare i rispettivi livelli territoriali: se sono eletti comunali, saranno i circoli; se livello provinciale, il partito a livello provinciale, se a livello regionale, sarà il partito a livello regionale. Anche in questo caso sarebbe positivo usare lo schema 70% 20% 10% al fine di garantire una ripartizione finanziaria sui diversi livelli. Sulla parte degli immobili il documento dice "In quest’ottica si impone la necessita' dell'essere ospitati in immobili di proprietà" ma a rigor di statuto soltanto livello nazionale e regionale hanno autonomia patrimoniale, economica e finanziaria. Gli immobili e gli altri assets devono essere gestiti a livello superiore, forse regionale, forse provinciale, e il singolo circolo deve sostenere soltanto una quota agevolata del fitto. Il circolo deve essere come un negozio di una catena, ha la cassa, ha i suoi ricavi e i suoi costi diretti, ma poi non si preoccupa di acquistare i locali o di prendere un mutuo. Infine sulle verifiche il documento propone "La rendicontazione annuale delle attivita', delle spese sostenute, rispetto a tutte le somme ricevute dal circolo deve essere pubblica, accessibile e chiara a tutti, e mandata agli organismi competenti della federazione." Va bene la trasparenza: conto economico e stato patrimoniale (che sarà minimale) redatti secondo le tecniche del bilancio abbreviato e in accordo con i principi contabili delle s.p.a., come del resto sarà per i bilanci dei livelli superiori. Per il controllo contabile, si propone la seguente scala di sicurezza: circoli = revisore unico provincia = collegio sindacale che fa controllo contabile, fatto da revisori regione = società di revisione nazione = società di revisione iscritta all'albo consob, come è già infatti.

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