Con la delibera n. 42/17 del 15.9.2009 l’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, On Liori, ha proposto che alcune strutture ospedaliere possano essere scorporate dalle rispettive ASL per costituirle in nuove aziende ospedaliere autonome. Tra le varie proposte al dichiarato fine di migliorare i servizi e di ottimizzare l'utilizzo delle risorse umane ed economiche del sistema sanitario regionale, si propone l’accorpamento dell’ospedale Microcitemico di Cagliari con l’Azienda Ospedaliera Brotzu: “per favorire lo sviluppo di un polo integrato di ostetricia e ginecologia e pediatria di grandissimo livello scientifico e assistenziale ma soprattutto di estrema completezza funzionale ed operativa”. Tale decisione nascerebbe dall’esigenza, inoltre, di “creare un unicum ospedaliero caratterizzato da una forte vicinanza fisica, con grandi vantaggi per i pazienti ma soprattutto contrassegnato da servizi che sono assolutamente complementari: dal pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Brotzu ai servizi superspecialistici del Microcitemico, dalla ginecologia di quest’ultimo, con gli altissimi livelli nella diagnosi prenatale e nelle tecniche di gravidanza assistita, alle forti potenzialità nel settore del reparto di Ostetricia dell’azienda ospedaliera, senz’altro in grado di completare nella maniera più opportuna l’iter dei servizi assistenziali offerti dal piccolo ma prestigioso ospedale cagliaritano”. Questa complementarità consentirebbe inoltre nel tempo una “maggiore economicità di gestione tramite una progressiva ottimizzazione delle funzioni che oggi sono sovrapponibili nei due distinti presidi”. La delibera, sottolinea infine, “l’altissimo livello scientifico del Microcitemico e che la sua tradizionale propensione alla ricerca, acclarata a livello internazionale, non potrà che giovare alla crescita di analoga attività di ricerca applicata del Brotzu, peraltro già di buon livello sotto il profilo qualitativo ma ancora sprovvista di quella diffusione hospital-wide che sarebbe auspicabile”.
Al progetto di fusione, contenuto in una legge approvata ad agosto 2009 (la numero 3) che intende “ottimizzare e razionalizzare” il sistema sanitario regionale hanno fatto seguito nelle successive settimane le dichiarazioni dei commissari della Asl 8, Emilio Simeone, e del Brotzu, Tonino Garau alle cui mani verrà affidato il progetto di trasferire i reparti di cardiologia pediatrica, pediatria, ed il centro per l'autismo dal Brotzu al Microcitemico che rafforzerebbe così il suo ruolo di centro di eccellenza in campo pediatrico, mentre il Brotzu, grazie a un piano di investimenti da 30 milioni di euro e a nuove assunzioni di medici e infermieri, punterebbe al ruolo di ospedale di alta specializzazione su trapianti, chirurgie ed emergenze.
Le idee dei due commissari cozzano però con gli obiettivi posti dalla succitata delibera, a giudicare almeno dalle dichiarazioni rese alla stampa: «Ci auguriamo che l'azienda mista, che li gestisce, si porti via i settori che si occupano di ricerca perché ha senso che noi garantiamo solo servizi. Non voglio cacciare nessuno, sia chiaro, e so che ci sono problemi di locali che oggi a Monserrato non ci sono. Ma non ha senso che un'azienda sanitaria gestisca la ricerca e la politica deve aiutarci a risolvere questo problema» ha dichiarato Tonino Garau, mentre Simeone ha prontamente fatto sapere che «Non è mio interesse creare problemi, ma è chiaro che siccome il Microcitemico ha pochi posti letto ed il Brotzu molti, gli infermieri del Microcitemico che verranno da noi dovranno lavorare con i nostri carichi di lavoro, cioè di più. E non sarebbe nemmeno giusto che solo il nostro personale, che in questi anni ha dato l'anima, continuasse a saltare ferie e riposi e altri lavorassero meno», aggiungendo: «Questo ospedale è stato abbandonato per anni: non ha ricevuto fondi né personale e se ha potuto garantire l'eccellenza per cui è nato è stato grazie alla straordinaria abnegazione, allo spirito di sacrificio e ai salti mortali del personale». Il centrodestra, che nella scorsa legislatura ha condotto battaglie feroci, conosce bene le esigenze ed è per questo che - ricorda Garau - «è pronto un investimento da 30 milioni di euro per rifare sale operatorie in vari reparti, per acquistare una Tac a 128 strati, per comprare strumenti per la cardiochirurgia e per fare lavori importanti sull'impiantistica. Presto consegnerò il progetto all'assessorato alla Sanità».
E’ subito apparso chiaro come i progetti annunciati nascondano in realtà ben altre mire nei confronti di una realtà, quella del Microcitemico, che rappresenta il punto di riferimento internazionale per lo studio e la cura delle patologie correlate alla Thalassemia, e si colloca anche tra i principali centri europei per il contributo apportato alla diagnosi e cura delle malattie genetiche e di patologie rare, rappresentando un caso si eccellenza in termini di capacità di innovazione.
E’ nota la necessità, descritta nel piano aziendale del Brotzu del 2007, di reperire spazi per la creazione del Polo ad Alta Intensità di Cura (PAIC). Tale piano prevedeva, “vista l’impossibilità di incrementare la superficie ai piani […] di espellere dal corpo dell’edificio principale quelle attività omogenee, sufficientemente autonome, che possono trovare altrove più consona collocazione ed il cui trasferimento consente: di ottimizzare le funzioni, i collegamenti, i costi di gestione e di liberare aree utili al programma di potenziamento delle attività strategiche all’interno della struttura principale. La necessità di non bloccare le attività e di non andare a detrimento dei livelli di servizio dell’ospedale impone la necessità di disporre di un volano in cui ospitare la Azienda Ospedaliera Brotzu”.
Per tale motivo era stato previsto un “nuovo corpo di fabbrica sviluppato su 5 livelli – due interrati e tre fuori terra – con pianta rettangolare di circa 65x43m per una superficie a piano di 2.800 mq. Lo studio dei percorsi sia esterni che interni aveva portato ad individuare l’area idonea per la realizzazione del nuovo volume sul lato Est della struttura principale, attualmente destinata a parcheggio. Infatti, questa area è facilmente accessibile sia dall’ingresso di Piazzale Ricchi sia dall’ingresso di via Jenner, facilitando così i percorsi dell’emergenza”.
E’ noto a tutti coloro che almeno una volta negli ultimi due anni si sono recati all’Ospedale Brotzu che tale edificio non esiste ed i lavori per la sua realizzazione non sono mai iniziati!
Altrettando noti sono invece i lavori di ampliamento che si stanno concludendo al Microcitemico, e che sono nati con l’obiettivo di rafforzare la sua funzione di riferimento regionale non solo per la microcitemia, o per le malattie genetiche e rare, ma anche per tutte le patologie pediatriche e per la diagnosi prenatale. Nel Microcitemico ampliato troverebbero una confortevole e razionale sistemazione i reparti pediatrici attualmente in attività, che verrebbero integrati con la Chirurgia Pediatrica. Gli spazi sono appositamente studiati per il confort tenendo conto della necessità dei piccoli pazienti di svolgere l’attività scolastica e di gioco. E chiaro che tali locali sono il vero punto di interesse dell’operazione in corso. L’idea che l’Assessorato porta avanti non è originale, è da tempo infatti che si discute della creazione di una Cittadella Sanitaria nell’area dove ora sorgono gli Ospadali Brotzu, Businco e Microcitemico e dove potrebbe essere creato un polo dove curare i malati ed incrementare l’attività di ricerca, che ospiti magari anche la nuova radioterapia (quanto mai utile in Sardegna).
Riteniamo tale riforma (anche se non abbiamo sufficienti elementi per giudicare compiutamente l'operazione), positiva se si prevede il potenziamento dell'alta specializzazione e la razionalizzazione delle risorse senza depotenziamento del servizio, e ne siamo d'accordo, se sarà davvero così.
In attesa di conoscere meglio gli obiettivi che l’Assessorato alla Sanità intende perseguire nei confronti del Microcitemico, e che saranno meglio definiti all’interno disegno di legge per il riordino della Sanità sarda che tra breve vedrà la luce, rimangono a nostro avviso dei punti fermi ai quali non si può fare eccezione:
la salvaguardia del personale (di tutti i livelli) con esperienza decennale, il cui trasferimento in realtà diverse porterebbe solo alla perdita della competenza maturata con evidente danno per i servizi;
l’inutilità in un ottica di risparmio e razionalizzazione della creazione di nuove e costose sovrastrutture, con relativo aumento dei direttori generali, sanitari e amministrativi;
la salvaguardia dell’attività di ricerca al fianco dell’attività assistenziale grazie alla quale il Microcitemico ha saputo guadagnarsi negli anni il riconoscimento di Centro di eccellenza unico in campo europeo nell'ambito della cura e della ricerca sulle Microcitemie e di primaria importanza nell'oncologia pediatrica.
Il rispetto degli impegni presi nell’assegnazione dei locali di ampliamento del Microcitemico.
mercoledì 16 dicembre 2009
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